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Astghik, la dea armena della bellezza e dell’amore

La bellezza ha sempre affascinato l’umanità, tanto che in ogni cultura troviamo divinità dedicate a questo tema.

Essendo armena, vorrei iniziare parlando proprio di una dea della mia terra.
In Armenia, la dea Astghik (Աստղիկ – così potete imparare anche un po’ di armeno) rappresentava l’amore, la femminilità e la grazia. La sua figura, ancora poco conosciuta in Occidente, custodisce segreti e simboli che possono ispirarci anche oggi.
Così come i Greci veneravano Afrodite e i Romani la chiamavano Venere, anche gli Armeni avevano la loro dea della bellezza: Astghik, una stella luminosa nel pantheon armeno.


Chi era Astghik

Il nome Astghik significa “piccola stella” in armeno.
Era la dea della bellezza, dell’amore e della fertilità, venerata soprattutto durante l’estate, con feste dedicate all’acqua e ai fiori.
Nella mitologia armena era la compagna del dio Vahagn, il dio della forza e del fuoco.


I riti dedicati alla dea

Astghik era celebrata con il festival chiamato Vardavar, una festa ancora oggi viva in Armenia:

  • Le persone si bagnano con acqua per simboleggiare la purezza e la rinascita.
  • I fiori, in particolare le rose, venivano offerti in suo onore come simbolo di amore e femminilità.

Bellezza e natura

Nelle leggende, la bellezza di Astghik era indissolubilmente legata agli elementi naturali:

Acqua → fonte di vita e rigenerazione.

Fiori → eleganza, profumo, delicatezza.

Luce stellare → il suo nome stesso richiama la brillantezza e la purezza.

Questi simboli ci ricordano che la bellezza autentica nasce dall’armonia con la natura e dalla luminosità interiore.


Astghik, Afrodite e Venere: tre volti della bellezza

Nella mitologia, ogni popolo ha sentito il bisogno di dare un volto divino alla bellezza.
Per i Greci era Afrodite, nata dalla spuma del mare, simbolo di passione e desiderio.
Per i Romani diventò Venere, dea dell’amore ma anche della fertilità e della prosperità.
Per gli Armeni, invece, la dea era Astghik, il cui nome significa “piccola stella”.

A differenza delle divinità mediterranee, legate soprattutto al mito amoroso e sensuale, Astghik aveva un rapporto più stretto con la natura: l’acqua, i fiori e la luce. La sua bellezza non era solo seduzione, ma anche purezza e rinascita.

Cosa possiamo imparare oggi

Dalla figura di Astghik possiamo trarre ispirazione anche nella nostra quotidianità:

  • L’acqua come rituale di bellezza (bagni rigeneranti, skincare idratante).
  • I fiori e le erbe come rimedi naturali per la cura della pelle e dei capelli.
  • La luce interiore come riflesso della serenità e dell’autostima.

In un mondo che corre veloce, Astghik ci ricorda di tornare all’essenziale: curare il corpo con gentilezza e nutrire l’anima con amore.


Conclusione

La rubrica La bellezza nel passato ci porta a scoprire figure affascinanti come Astghik, testimoni di come la bellezza sia sempre stata al centro della vita umana.
Ogni epoca e ogni cultura ci lascia un’eredità da cui imparare: segreti, riti e simboli che ancora oggi possiamo reinterpretare nella nostra routine di bellezza.

E voi, conoscevate la dea Astghik? Vi piacerebbe scoprire altri rituali di bellezza antichi?

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