La favola del bruco che sognava di volare

C’era una volta un piccolo bruco….

così minuscolo che sembrava uscito da un libro di fiabe, che sognava di spiccare il volo. Non aveva idea che in un bel giorno avrebbe fatto la sua trasformazione da bruco ad una farfalla da passerella, ma lui continuava a fantasticare su come sarebbe stato volare. Nel prato c’erano tanti altri insetti e la maggior parte di loro si esibiva in acrobazie aeree degne delle olimpiadi degli insetti.

Un giorno, il nostro amico bruco si avvicinò allo scarabeo di maggio con una domanda che gli bruciava sulla punta della lingua: “Ehi, caro scarabeo! Come posso imparare a volare?” Lo scarabeo lo guardò con un sorriso che sembrava dire “Ma sei serio?” e rispose: “Uhm, volare! Ma scusa, non hai nemmeno le ali!” E con una risata fragorosa, se ne andò a fare il suo show nel cielo.

Il bruco si sentì giù ma non si arrese. Decise di chiedere aiuto alla libellula che sfrecciava come un jet. “Cara libellula,” disse con occhi pieni di speranza, “voli così veloce e meravigliosamente! Mi aiuterai a imparare a volare?” La libellula lo guardò e scoppiò in una risata contagiosa. “Lascia perdere! Non hai neanche le ali!”

Il nostro piccolo bruco divenne ancora più triste, ma dentro di sé sapeva che prima o poi avrebbe preso il volo. Dopo tutto, chi può fermare i sogni?

Lo scarabeo e la libellula, con il loro talento da comici, raccontarono a tutti gli abitanti del prato i sogni del bruco. E indovinate un po’? Tutti scoppiarono a ridere del povero bruco! Anche quelli che non sapevano nemmeno cosa fosse un volo e si limitavano a strisciare, si univano alla risata: “Chi è nato per strisciare non volerà mai… e questa è la vita! Guardateci, siamo qui a strisciare da secoli e non abbiamo intenzione di cambiare!”

Ma il nostro bruco non si lasciò fermare. Un giorno decise di arrampicarsi su un grande albero. Gli abitanti del prato iniziarono a ridere ancora più forte: “Guarda quel bruco! Sta cercando di volare!” Per non sentire le loro derisioni, il bruco si costruì una crisalide e vi si rifugiò dentro. Inizialmente, gli altri insetti si avvicinarono curiosi e risero ancor più forte. Ma col tempo lo dimenticarono.

Passò un bel po’ di tempo. E un giorno, gli abitanti del prato furono rapiti dalla vista di una farfalla stupenda! Le sue ali brillavano come se avesse rubato i colori dell’arcobaleno sotto il sole. Volava elegantemente di fiore in fiore mentre tutti la guardavano con bocche aperte da pesce palla. Non avevano mai visto nulla di simile e decisero subito di presentarsi alla farfalla.

– Chi sei? Da dove sbuchi fuori, farfalla addormentata?

La farfalla sorrise con aria sorniona, agitò le ali come se stesse facendo una danza delle vittorie e disse:

– Sono io il bruco! Oggi sono uscito dal mio bozzolo che avevo tessuto su quell’alto albero!

Gli abitanti del prato rimasero increduli e continuarono a ridere: “Un bruco che diventa farfalla? Ma dai! È come dire che un cagnolino può diventare un drago!”

A quel punto gli abitanti del prato corsero a controllare la crisalide sul grande albero. Era vuoto… Il bruco non c’era…

Conclusione della favola

Cari bambini! Credete sempre nelle vostre capacità, non mollate mai e realizzerete sicuramente i vostri sogni, anche quelli più coraggiosi.

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Il video racconto potete vedere qui:

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